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Rischio fumo passivo in ambienti indoor e spazi aperti, il documento del Ministero

Ambiente & Sicurezza
L’esposizione al fumo passivo è considerato un forte fattore di rischio per la salute, in particolare per le donne in gravidanza e per i bambini.

Il Ministero della salute ha pubblicato il documento:

La tutela dal fumo passivo negli spazi confinati o aperti non regolamentati dalla Legge 3/2003 art.51 (Legge Sirchia) e successive modificazioni.

Ricordiamo, infatti, che a livello legislativo l’Italia è stata il primo grande Paese Europeo ad introdurre la regolamentazione del fumo in tutti i luoghi chiusi pubblici e privati con la legge 3/2003.

Il documento e i contenuti

La pubblicazione ministeriale riassume i dati rilevati in riferimento ai danni da fumo passivo e all’esposizione in luoghi chiusi o all’aperto; passa, poi, in rassegna le attuali normative e buone pratiche nazionali e internazionali relative al divieto di fumo negli ambienti aperti e/o confinati.

Inoltre, individua una serie di proposte operative per favorire la diffusione delle conoscenze sul fumo passivo come fattore di rischio per la salute e per fornire raccomandazioni volte a rafforzare la protezione dal fumo passivo in ambienti aperti e in particolari ambienti confinati.

Nel dettaglio analizza:
  • gli effetti del fumo passivo sulla salute
  • l’esposizione al fumo passivo in ambienti aperti
  • l’esposizione al fumo passivo in ambiente domestico
  • gli interventi di prevenzione dal fumo e loro efficacia
  • la raccolta normativa nazionale ed internazionale relativa al divieto di fumo negli ambienti aperti e/o confinati
Fumo passivo

Per fumo passivo si intende l’inalazione involontaria di fumo di tabacco disperso nell’ambiente, che comprende sia il fumo prodotto dalla combustione lenta della sigaretta, o di altro prodotto, sia quello prodotto dall’espirazione del fumo dal fumatore diluito con aria dell’ambiente.

Dal punto di vista fisico-chimico non ci sono particolari differenze tra fumo attivo e passivo: si tratta sempre del prodotto di combustione del tabacco. Le uniche differenze sono la temperatura di combustione e la percentuale di ossigeno disponibile (maggiori per il fumo attivo).

Fumo di terza mano

Fumo di terza mano, un concetto relativamente nuovo, si riferisce alla contaminazione da fumo di sigaretta che rimane nell’ambiente dopo che la sigaretta è stata spenta.

Si tratta di una miscela invisibile di tossine fortemente tossiche, che resta attaccata ai capelli e ai vestiti di chi fuma, oltre che ai rivestimenti, ai tappeti e tessuti in genere, e che permane a lungo, anche quando il fumo passivo (di seconda mano) non è più presente in un locale.

Le persone possono essere esposte al fumo di terza mano per inalazione, ingestione o contatto con la pelle.

Vaporizzatori (sigarette elettroniche)

L’uso dei vaporizzatori fra i giovani è aumentato notevolmente negli ultimi anni.

Poiché gli effetti a lungo termine legati ad un’esposizione ripetuta nel tempo sono ancora sconosciuti, il consumo di sigarette elettroniche andrebbe fortemente scoraggiato tra i giovani.

Effetti del fumo passivo sulla salute

L’esposizione al fumo passivo ha effetti nocivi sulla salute di chi non fuma, per lo più di donne in gravidanza e bambini.

Il fumo passivo causa morte prematura e malattia nei bambini e negli adulti che non fumano.

In particolare:
  • i bambini esposti al fumo passivo hanno un rischio aumentato di sindrome della morte improvvisa del neonato (SIDS), causa sintomi respiratori e rallenta lo sviluppo dei figli
  • l’esposizione degli adulti al fumo passivo ha immediati effetti avversi sul sistema cardiovascolare e causa malattia coronarica e cancro polmonare
Esposizione al fumo passivo in ambienti aperti

Il divieto di fumare nei luoghi chiusi può favorire un’aumentata esposizione al fumo passivo nelle aree esterne adiacenti.

Dai dati riportati nel documento emerge che anche in luoghi semi-aperti o all’aperto è possibile essere esposti a livelli non trascurabili di fumo passivo.

Esposizione al fumo passivo in ambiente domestico

La casa è la prima fonte di esposizione al fumo passivo per i bambini.

Secondo i dati nel 20% delle case è ammesso fumare e questo, purtroppo, accade nel 13% delle abitazioni in cui vivono bambini (fino a 14 anni di età).

Tuttavia, i dati provenienti da un’indagine condotta nel 1992/1993 e nel 2010/2011, ha evidenziato che gli ambienti liberi dal fumo sono aumentati dal 43% al 83%.

Interventi di prevenzione dal fumo passivo e loro efficacia

I risultati delle indagini confermano che le campagne di mass media, in particolare quelle sul fumo passivo, possono essere efficaci nel ridurre il fumo in casa.

In base ad uno studio, che esaminato per 12 anni le abitudini di fumo nell’ambiente domestico, si evince un incremento di case libere dal fumo successivamente all’introduzione del divieto di fumo nei luoghi pubblici.

Inoltre, è emerso una riduzione dei ricoveri (-3,5%) per infezioni delle basse vie aeree nei soggetti con meno di 15 anni, tra il 2001 e il 2012, ossia dopo l’entrata in vigore della legge smoke-free del 2007.

Conclusioni

In base ai dati analizzati e alle indagini svolte, si ritiene opportuno proporre l’estensione del divieto di fumo anche agli spazi all’aperto in presenza di minori, in particolare:
  • ambienti semi-aperti o aperti di pertinenza degli esercizi di ristorazione, quali terrazze, dehors o gazebo
  • aree all’aperto di pertinenza di tutte le strutture sanitarie (ambulatori, stabilimenti ospedalieri o universitari, residenze sanitarie) ricomprese all’interno dei perimetri dei presidi
  • stadi, alle strutture/campi sportivi
  • luoghi di spettacolo all’aperto
  • parchi e/o giardini pubblici
  • spiagge con ombrelloni assegnati
  • fermate degli autobus, tram, treni e metropolitane

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